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L’entusiasmo di LELE

… non è semplice raccontare in poche righe la storia di Lele. Chi l’ha conosciuto ha potuto apprezzarne lo spirito, la vivacità ed il grande impegno che sapeva buttare in tutte le passioni che praticava.
Già Lele era proprio così, un concentrato di grinta ed entusiasmo che lui con facilità sbalorditiva riusciva a trasmettere agli altri. Di Lele colpiva la sua contagiosa allegria, quando con un sorriso riusciva in poco tempo a trascinarti nelle sue passioni e nello stesso tempo a farsi coinvolgere verso nuove esperienze. Amava la pesca, il minigolf, il calcio, ma soprattutto i motori e nelle sue passioni aveva buttato tutto se stesso e tutto il suo impegno.
La grande passione per i motori nasce in Lele da bambino e sarà una costante della sua Vita: la vicinanza dell’Autodromo, sua seconda casa, gli permetterà di vivere ancora più intensamente questo suo hobby. Viene travolto dalla Formula 1 ed in particolare da Ayrton Senna  di cui diventa un grandissimo tifoso: alla sua morte decide di mettersi personalmente in pista e lo vedrà partecipare a numerosi Rallies, gli ultimi di Campionato Italiano.
Con questa sua voglia straordinaria e questo ottimismo Lele aveva affrontato anche la malattia, senza naturalmente rinunciare a praticare le sue passioni. Lo ricordo sempre sorridente con la sua voglia straordinaria di mettersi in gioco, di misurarsi con se stesso e con gli altri,  sempre però con l’unico grande intento di divertirsi e di far divertire coloro che coinvolgeva nei suoi interessi.

Principio questo che diventerà anche lo slogan dell’Associazione a lui dedicata
DIVERTITEVI E FATECI DIVERTIRE
È  il motto che apre sempre tutte le iniziative a lui dedicate.

Da  IL PUNTO -  Massimo Levati


Questa è la Storia di  Lele, della sua passione per le macchine e per lo Sport Automobilistico, della sua voglia di vivere, della sua forza nell’affrontare un male implacabile.
               
Era il novembre del 1997 quando Lele affrontava per l’ennesima volta il Rally a Monza: il “suo Rally” sulla “sua Pista”. Un Rally maledetto con una macchina che non voleva saperne di andare bene: ma non era l’unica cosa che non funzionava bene!
               
Anche Lele non era il solito: il suo pilota diceva che non si sentiva navigato bene. Ma si, sarà la stanchezza, sarà lo stress, sarà la voglia di far bene davanti ai suoi amici, ci ripetevamo tutti.
               
Ma così non era: la settimana successiva abbiamo accompagnato Gabriele all’Ospedale di Monza per una visita di controllo, e qui ci hanno fulminato con una notizia, che in un secondo ci ha fatto precipitare in un incubo.

Il malessere di Lele altro non era che una Leucemia linfoblastica acuta, e, per non farsi mancare niente, con bel fattore Filadelfia che la rendeva quasi senza speranza!

Una mazzata terribile su di Noi, sulla nostra Vita, sul nostro Futuro: ripresici dallo chock,  e senza dire per il momento la reale situazione a Lele, abbiamo iniziato tutti e tre a combattere una lotta senza pari, affrontando la Vita giorno per giorno, cercando di tenerci alto il morale, ma soprattutto di tenerlo alto a Lele.
               
Gli dicevo: “ Lele hai iniziato il Rally più duro della tua Vita: solo che questa volta sarai tu a guidare e Noi saremo i tuoi navigatori. Tira fuori tutta la Tua grinta e combatti”. E Lele Ci ha ascoltato iniziando un percorso verso l’esile speranza di sopravvivere alla Leucemia.
              
E’ stata una corsa tutta d’un fiato, attraverso chemioterapie, radioterapie, fino al fatidico giorno della conferma della possibilità di tentare un autotrapianto: “Forza Lele ancora un grande, doloroso, lungo sforzo e poi forse ce l’abbiamo fatta!”. “Papà non preoccuparti, vedrai che sono più forte io della Leucemia”.
           
Lele riesce a fare questo benedetto autotrapianto e, da bravo corsaiolo, impiega solo 10 giorni prima di uscire dall’isolamento delle camere sterili (il tempo medio necessario per l’uscita è mediamente di 30/60 giorni!).

Comincia lentamente la ripresa, tra mille problemi che ogni giorno spuntano come funghi, ma con grandi sacrifici Lele riesce a riprendersi, talmente velocemente che già a metà giugno è di nuovo su una macchina da corsa per affrontare il suo primo Rally, il Rally della rinascita: finisce male questa sua prima corsa, ma non conta.
              
Quello che conta è che Lele si sente rinato, al punto tale che la settimana successiva, va a Vallelunga per un Ford Day come istruttore.
              
Arriva l’estate, che cerca di passare nel modo più tranquillo possibile, ma già proteso verso il Gran Premio d’Italia di settembre: a metà agosto abbandona per un giorno la Famiglia al lago e si reca  a Monza. Al suo ritorno è raggiante: il Gran Premio lo passerà in casa Ferrari, come addetto alla sicurezza di Michael Schumacher! Passano quindici giorni di gioia, di serenità, di progetti.    
                              
Lui che è sempre stato un Sennista sfegatato, fino e oltre la morte di Ayrton, avrebbe avuto la possibilità per vivere due week-end di passione a fianco di colui che stava entrando nel suo cielo corsaiolo.
               
Arriva finalmente la settimana delle prove: si ritorna tutti a casa, e per prima cosa Lele va a fare una visita di controllo.
              
A distanza di nove mesi prendiamo tutti e tre una seconda terribile mazzata: la Leucemia è ricomparsa, una ricaduta che Ci butta nello sconforto, soprattutto considerando che bisogna ricominciare tutto da capo!
              
E con la Ferrari e con Schumacher come la mettiamo?
I medici Ci dicono che Lele deve cominciare subito le terapie per aggredire il male che si appena formato: però sono comprensivi e consentono a Lele di stare nel suo mondo, però solo per la settimana delle prove.
               
La settimana vicino a Schumacher passa veloce ed inesorabile, e purtroppo, come programmato, Lele deve lasciare l’Autodromo, la pista e quel mondo che per Lui significava tanto, per affrontare la sua nuova impresa: il Gran Premio lo guarderà dal suo letto di Ospedale, in silenzio.
               
Sbotta solo alla fine quando al box Ferrari viene tagliata la torta del cinquantesimo: “Dovevo esserci anch’io a mangiare quella torta!”. Per la cronaca Schumacher vincerà quel Gran Premio.

Nessuno sapeva del grosso problema di Lele, perché Lui non voleva intristire la gente con la sua storia ed aveva paura di essere commiserato per il suo stato.
              
I dolori per Lui non finiranno più, ma troverà la forza fisica e  mentale di correre a novembre il suo ultimo Rally di Monza, finito però subito alla seconda prova speciale sul guard rail della sopraelevata Nord.                                  
             
Tutti gli dicevamo “Forza Lele vedrai che la prossima volta andrà meglio!”: ma non è stato così.
            
Lele è ritornato a Monza il 29 marzo ed ha fatto l’ultimo giro della “sua pista” a bordo del suo carro funebre, guidato da Davide, il suo pilota e grande amico: un riconoscimento unico che la Direzione dell’Autodromo di Monza ha voluto concedere ad un grande amico ed appassionato di Sport Automobilistico.
               
Un lungo, interminabile giro di pista, che ha staccato Lele dalla Vita terrena, lanciandolo sulle piste celesti, dove avrà ritrovato finalmente il suo idolo Ayrton!
              
Lele vive ancora in un Associazione che porta il suo nome, voluta da noi Genitori e dai suoi numerosi Amici: organizziamo manifestazioni sportive “antistress” e spettacoli, nei quali soprattutto i giovani possano  stare insieme e divertirsi ricordando un grande Amico, che, ne siamo certi, assiste dalla sua grande tribuna celeste, insieme ad altri nuovi Amici che hanno abbandonato la Vita terrena a causa del suo stesso male.



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